Cristina
A.FUOCO TERZA EDIZIONE
Mercoledì, 28 Febbraio 2024 09:28
FAKE NEWS IN VAL GRANA
WORKSHOP DI FOTOGRAFIA
5-6-7 aprile 2024 + 5 maggio 2024
Villa San Pietro, Monterosso Grana (CN)
Obiettivo di A.Fuoco è quello di fornire inedite chiavi di lettura e di interpretazione fotografica del territorio della Valle Grana mettendo a fuoco un territorio che mantiene caratteri di autenticità non scontata.
L’edizione del 2024 propone un workshop fotografico incentrato sulla costruzione con immagini di una storia falsa.
Immersi nella realtà della Valle Grana i partecipanti saranno invogliati e guidati nella costruzione di una storia per immagini che partendo dalla realtà, o da una possibile realtà, vada a costruire una realtà fittizia.
Suddiviso in una parte teorica e una pratica, il workshop dedicherà molta attenzione nel creare una storia che possa reggersi solo sulle immagini e che sia ambientata con elementi caratteristici della Valle Grana.
Nella parte teorica si parlerà di cosa sono le fake news e come vengono costruite partendo dall’analisi di esempi reali, approfondendo le tecniche fotografiche e le modalità operative, l’osservazione della realtà e come narrare una storia attraverso le immagini.
In quella pratica ci sarà la conoscenza del territorio e delle persone che lo abitano, con uscite fotografiche e la realizzazione di un reportage fotografico personale con successiva analisi finale del lavoro realizzato.
Il workshop inizia venerdì sera con una cena conviviale e un momento introduttivo. La parte centrale si focalizza il sabato e la domenica, suddividendosi tra parte teorica e parte pratica.
Per candidarti, consulta il programma, scarica il modulo d'iscrizione, compilalo e invialo all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro e non oltre le ore 24.00 del 24/03/2024.
Modulo d'iscrizione
Programma del corso
Costo: 100€
Docente
Oliver Migliore
Per maggiori informazioni, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Locandina
Comunicato Stampa
LA PROIEZIONE AL CINE-FERRINI di CARAGLIO
Mercoledì, 03 Gennaio 2024 10:152023 - Galleria letteraria: presentazione libri
Mercoledì, 13 Dicembre 2023 10:51"DALL'ASPROMONTE ALLE ALPI" di GIOVANNI MARTINI
“Carmela, di tanto in tanto, fantasticava e ripercorreva le tappe della sua vita , riviveva gli anni della sua infanzia e della sua giovinezza in Calabria, il giorno del suo incontro con Matè, del loro matrimonio improvvisato e l’emigrazione al Nord tra le montagne del Piemonte … “.
da "Dall’Aspromonte alle Alpi. Una moglie calabrotta, sulle nostre montagne – L’Epopea delle ragazze meridionali spose al Nord" di Giovanni Martini - edito da Primalpe, 2023
Un romanzo storico che svela il fenomeno delle 'Calabrotte'. Un percorso affascinante e spesso misconosciuto dell'integrazione di queste donne nelle comunità delle montagne e delle colline del sud Piemonte durante gli anni '60 e '70. Un viaggio avvincente attraverso le vite intrecciate di persone determinate a costruire un futuro nuovo distante dalla loro terra di origine.
"TERRE DEL VISO - LE SUE VALLI, LA SUA GENTE" di ENRICO CAMANNI e FULVIO BELTRANDO
"Le cose di Viso, le sue genti, le valli, gli ambienti e le storie hanno fisionomie velate, appartate e a volte inaccessibili. Per capire bisogna scendere in profondità e fermarsi quanto serve, non a Ferragosto o nelle altre feste di massa, che si ricaverebbe un’impressione concitata e falsa, ma nelle mezze stagioni, che in realtà sono le più intere."
da "Terre del Viso - Le sue Valli, la sua Gente" di Enrico Camanni e Fulvio Beltrando - edito da Fusta Editore, 2023
ENRICO CAMANNI
Nasce a Torino nel 1957, è approdato al giornalismo attraverso l’alpinismo. È stato caporedattore della Rivista della Montagna e direttore del mensile Alp e del semestrale internazionale L’Alpe. Ha scritto molti libri sulle terre alte (tra cui La nuova vita delle Alpi, Alpi ribelli, Storia delle Alpi) e nove romanzi: l’ultimo è Se non dovessi tornare (Mondadori). È vicepresidente di Dislivelli.
FULVIO BELTRANDO
È fortemente legato al territorio in cui vive, la Valle Po. La passione per la natura e la montagna lo hanno indirizzato verso la fotografia di paesaggio e naturalistica. Sue fotografie sono state pubblicate in importanti riviste di settore, tra le quali, Oasis, Meridiani Montagne, Wild Focus, Alpi Doc e Camminare, su diverse guide, quotidiani e sono state utilizzate per materiali promozionali.
2022 - Galleria Letteraria: presentazione libri
Mercoledì, 13 Dicembre 2023 10:15“SUGGESTIONI IN ALTA VAL VARAITA” di ALFREDO PHILIP
“Ma quale fu la scintilla che innescò nel mio cervello questa smodata passione per le fotografie? Probabilmente è più facile cercare la soluzione in un’immagine. Un quadro con fotografie scolorite dal sole, sovente di livello mediocre, erano considerate come dei santini. Quelle immagini sbiadite assumevano una valenza di collegamento tra le persone rimaste in paese e quelle che avevano dovuto fare scelte di vita più coraggiose.”
da "Suggestioni in Alta Val Varaita - 150 anni di immagini di una terra occitana" - edito da Fusta Editore, 2022
Un lavoro, iniziato nel 1976, che è il tentativo di raccontare la vita e le avventure della gente dell’Alta Val Varaita attraverso 150 immagini d’epoca. L’autore permette al lettore di “entrare” nella fotografia, andando ad analizzare più dettagli possibile e cercando nei cassetti della memoria aneddoti ed argute osservazioni. Leggendo questo libro si viene catapultati in un altro mondo, che è quello dove affondano le radici di Philip e che lui ha deciso di riscoprire, perché come scrive nella prefazione: “Se sas d’enté venes, sas enté vas” [Se sai da dove vieni, sai dove vai].
"I PASSI DELLA MEMORIA" di GIOVANNI MARTINI
“Il mondo è veramente grande, non finisce alla Levata dove sono andato per un anno per fare la quinta elementare, poiché a San Pietro c’era solo la quarta. Non finisce neppure a Caraglio dove era andato una sola volta, per portare al mercato un carretto di castagne secche. Ma quante cose dovrò ancora scoprire?”
da "I passi della memoria" di Giovanni Martini - edito da Primalpe, 2021
Il romanzo, che unisce al racconto le immagini dei luoghi custoditi nel cuore, è dedicato alla gente della Alpi, a chi fu costretto ad abbandonarle. Il viaggio di Petu tra le Alpi, la Costa Azzurra, la Camargue e le Alpilles riflette il destino di molti giovani che sono emigrati portando con sé i ricordi più cari.
"IL ROMANZO DI NARBONA" di FLAVIO MENARDI NOGUERA
“Narbona; non aveva mai sentito questa parola. Castelmagno sì, in relazione ad un formaggio che si diceva fosse assai buono e ricercato dai buongustai ma che lei non aveva mai avuto occasione di assaggiare; Narbona no. Evidentemente faceva parte di quel comune il cui nome si associava alla sconosciuta leccornia ma anche, nella sua fantasia, a un castello antico e grande - “magno” appunto - collocata sopra una rocca difficilmente accessibile”.
da "Il romanzo di Narbona" di Flavio Menardi Noguera - edito da Nerosubianco, 2020
Il romanzo nasce da un lungo lavoro di ricerca storica sulla borgata di Narbona, insediamento tra i più audaci dell’intero arco alpino, esempio eccezionale di adattamento a condizioni di vita estreme. L’autore, con una scrittura calibrata e soffusa di contenuta malinconia, sviluppa il tema dell’abbandono degli antichi borghi riportando in vita luoghi, personaggi e vicende reali, con una piccola dose di fantasia comunque sempre ispirata alla realtà.
“ABEIO ABEIO” di DIEGO ANGHILANTE
Il giovane Louren, stufo dell’università, lascia Torino per tornare al paese di montagna da dove provengono i suoi genitori. Vuole fare l’apicoltore, ma è totalmente privo di esperienza e come se non bastasse i pochi abitanti rimasti non fanno che mettergli i bastoni tra le ruote. L’epilogo sarà triste e tragico. In questo dramma Diego Anghilante si concentra sulla tematica del neo-ruralismo. Louren è quello che si dice un occitano di ritorno, uno dei tanti giovani che sempre più spesso scelgono la montagna per sottrarsi ad un futuro destinato al grigiore di una metropoli. Una scelta che però porta con sé anche molte difficoltà, spesso non descritte dai giornalisti che affrontano questi argomenti edulcorandoli all’inverosimile.
Anghilante opta dunque per una scelta controcorrente, per rappresentare “la dimensione universale della solitudine e dello scacco esistenziale, i meccanismi attraverso i quali la fertile mente di un giovane si smarrisce nei meandri oscuri della coscienza e il confine tra realtà diurna e vita onirica si fa incerto e labile”.
La Prima Indimenticabile di “Il paese che (non) aveva il jukebox”
Martedì, 05 Dicembre 2023 14:33
Il 6 agosto 2023, la Chiesa Parrocchiale di San Pietro si è trasformata in un palcoscenico di emozioni e ricordi, ospitando la prima straordinaria di "Il Paese che (Non) Aveva il Jukebox" il film diretto da Erica Liffredo.
In occasione della festa patronale del paese, il pubblico ha affollato la chiesa in attesa di immergersi in un viaggio attraverso il tempo e la storia di questo incantevole borgo di montagna.
La serata è stata una bellissima testimonianza dentro la testimonianza, con la chiesa gremita di spettatori di tutte le generazioni e l'entusiasmo era palpabile nell'aria. Il connubio intergenerazionale di chi ha vissuto gli anni d'oro di San Pietro e di chi, più recentemente, ha scoperto l'amore per questo Paese fa ben sperare per il futuro di un luogo che proprio in questo momento grazie al progetto PNRR Bando Borghi sta vivendo un momento di forte trasformazione.
"Il Paese che (Non) Aveva il Jukebox" ha conquistato i cuori di diverse generazioni, tessendo un'affascinante armonia tra passato e presente. La sala colma di spettatori è stata la dimostrazione vivente del potere del film nel riunire le persone attraverso la forza indelebile dei ricordi condivisi.
La magia del cinema ha letteralmente invaso la chiesa, trasformando la serata in un'esperienza cinematografica unica. "Il Paese che (Non) Aveva il Jukebox" ha dimostrato di essere molto più di un semplice documentario; è diventato un viaggio emozionale che ha toccato ogni spettatore, creando connessioni speciali tra le vite di chi ha amato e ama ancora questo suggestivo borgo di montagna.
Ci auspichiamo che la prima sia stata solo l'inizio di un viaggio che continuerà a vivere nei cuori di coloro che hanno partecipato, consolidando il film come una testimonianza significativa della bellezza e della forza di comunità come San Pietro.
Dietro le quinte de: Il paese che (non) aveva il jukebox di Erica Liffredo
Martedì, 05 Dicembre 2023 14:02LA REGISTA - Erica Liffredo
Erica Liffredo, originaria di Cuneo, si è laureata in lettere moderne all’Università degli studi di Parma e ha poi frequentato un master in editing e scrittura di prodotti audiovisivi presso l’Università degli Studi di Torino. È autrice del soggetto e della sceneggiatura di “L’ultimo Flash” (2006) e del soggetto e della sceneggiatura di “La Badante”, vincitrice del RIFF 2008. È autrice e aiuto regista del documentario “E l’Italia volò” (2012) e co-autrice del documentario “Borsalino city”. Abita a Cervasca, in Valle Grana.
Tra i personaggi che hanno prestato la loro testimonianza c’è chi ha scoperto San Pietro durante una vacanza estiva, chi è nato lì ma se n’è poi andato per motivi lavorativi e chi invece non si è mai separato dal suo luogo d’origine.
Zia Nini
Andreina Morino, classe 1935 ha scoperto San Pietro negli anni ‘50 e da quel momento il legame con il luogo è diventato indissolubile e non ha smesso di tornarci. Zia Nini, il suo soprannome, ha trovato proprio qui l’amore della sua vita, permettendole di creare così un vincolo di sangue con questa terra.
Pier Andrea Amedeo
Originario di San Pietro, da giovane ha vissuto quelle estati irripetibili in cui i ragazzi del posto entravano in contatto con quelli provenienti dalla città. In quelle estati lui ed altri giovani, quasi di nascosto per non mancare di rispetto al parroco, hanno imparato a ballare il twist e hanno visto addirittura il loro primo bikini. La vita lo ha poi portato a lavorare in tutto il mondo e a stabilirsi poi in Lussemburgo, ma il suo legame con San Pietro è inossidabile e non smette di tornarci quando ha bisogno di respirare un po’.
Elisa
Figlia di Pier Andrea Amedeo, Elisa al momento delle riprese viveva ad Amsterdam insieme ai figli Matteo e Massimiliano, ma nonostante la distanza il richiamo di questo luogo incantevole la riporta ogni anno nella casa dove ha trascorso le vacanze estive da bambina con la nonna, perché il legame con quel paradiso di ricordi non potrà mai spezzarsi. Chissà che i giovani figli, i quali stanno pian piano stringendo legami con i giovani di San Pietro, non decidano un giorno di trasferirsi stabilmente a San Pietro.
LA PRODUZIONE
Il documentario, che fa parte del progetto IconAlpe, è stato co-prodotto dalle associazioni La Cevitou e Contardo Ferrini, grazie al fondamentale supporto delle Fondazioni CRC e CRT e della Regione Piemonte.
Per la realizzazione sono state utilizzate molte testimonianze dirette di alcuni personaggi che hanno vissuto in prima persona quel periodo, oltre al prezioso supporto di molti filmati d’epoca messi a disposizione da Nino Toselli.
Viaggio nella narrativa: Il paese che (non) aveva il jukebox
Lunedì, 04 Dicembre 2023 18:04Un viaggio attraverso il tempo e la storia di un pittoresco borgo di montagna, ci piace definire così "Il paese che (non) aveva il jukebox", il documentario diretto da Erica Liffredo.
L’opera cinematografica ci trasporta nell'epoca d’oro della villeggiatura turistica in Valle Grana, catturando l'essenza di vent'anni di storie, ricordi e emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti e l'archivio di video storici curato da Nino Toselli.
Accompagnati da narratori autentici e immagini, il film celebra le estati magiche trascorse a San Pietro Monterosso Grana (CN). Ogni frame è un tuffo nei ricordi vividi di coloro che hanno amato e amano tutt’ora questo luogo, rendendo tangibile la bellezza intramontabile di un piccolo paese di montagna.
La Valle Grana e San Pietro Monterosso sono come uno scrigno prezioso e questo film è il tentativo di svelare il contenuto segreto di questo scrigno, invisibile ai più, ma incredibilmente resistente al passare del tempo, sfidando lo spazio e custodendo con tenacia la sua eredità per le generazioni future.
Durante il processo di realizzazione, si è riscoperta la bellezza "nascosta" di questo luogo attraverso un approccio multi-canale. Dalla ricerca storica di immagini, filmati d'epoca e documenti d'archivio, alla comprensione della realtà attuale dal punto di vista ambientale, sociale, culturale e produttivo, il film si basa anche sulle voci delle persone che hanno contribuito a plasmare questa comunità unica, rivelando la magia di un paese (senza) jukebox, dove la vera ricchezza risiede nelle storie intrecciate delle persone e nella forza indelebile dei ricordi condivisi.
Erica Liffredo e Andrea Fantino durante le riprese del film
Il paese che (non) aveva il jukebox
Lunedì, 04 Dicembre 2023 14:22
Locandina: Il paese che (non) aveva il jukebox di Erica Liffredo
Erica Liffredo, 45’, documentario, Italia 2023
“All’imbocco della Valle c’è l'ultimo juke-box: da Monterosso a Pradleves a Castelmagno, nessun albergatore e nessun bar ne ha voluto nei suoi locali, radio e televisione sono tenuti a basso volume, le macchine circolano senza fracasso. Un pescatore, una canna, la sua trota. E attorno, il silenzio.”
Così i giornali descrivono il piccolo paese di San Pietro di Monterosso, in provincia di Cuneo, alla fine degli anni ’60.
Siamo nel pieno del boom turistico della villeggiatura: gli alberghi sono pieni, da giugno a settembre c’è gente dappertutto, si sperimenta in concreto quello che poi verrà chiamato l’albergo diffuso, perché tutte le camere libere anche all’interno delle abitazioni private vengono messe a disposizione dei turisti.
Si balla e ci si diverte con poco a ritmo di musica.
Ma nelle borgate la vita è dura: non ci sono strade, né corrente elettrica o acqua potabile, si lavano le lenzuola a mano, si comunica con il telegrafo e spesso manca la luce, ma questo non ferma l’accoglienza e la voglia di fare festa.
Mentre in paese arrivano turisti dalle città più importanti del nord Italia (Torino, Milano, Genova, Asti, Alessandria, …) e le seconde generazioni dei migranti in Francia (soprattutto Costa Azzurra) in silenzio le borgate si svuotano.
Gli alberghi oggi sono vuoti, ma c’è un legame che resta sempre, profondo e inspiegabile per chi in quel paese l’ha vissuto e poi non l’ha più abbandonato.