L’associazione La Cevitou presenta il progetto di realizzazione dell’ecomuseo alla Regione Piemonte nel 2001 che sarà poi istituito dalla stessa nel marzo del 2007. La proposta ecomuseale comprende i Comuni di Monterosso Grana, Pradleves e Castelmagno, accomunati dall’omogeneità del territorio, dalla lingua e dalla cultura occitana e costituiscono la zona di produzione e stagionatura del famoso e rinomato formaggio. La terra e il Castelmagno sono i due elementi che creano la specificità di questo territorio. Terra come suolo, come superficie, ma anche come luogo caratterizzato dalla cultura occitana, da stili e abitudini di vita. E il formaggio Castelmagno, unico, protagonista assoluto della storia e dell’economia dell’alta e media valle Grana (CN).
Riappropriarsi di un territorio, creare legami, permettere alla gente del posto e ai visitatori di tornare a cogliere il significato e la bellezza della fatica e della gioia semplice in ogni attimo della vita di montagna: questi gli obiettivi dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno. Ecco perché il progetto propone attività e iniziative non solo legate al mondo del Castelmagno ma a tutte quelle componenti che caratterizzano l’economia di Valle; da qui il recupero degli antichi percorsi di collegamento, la tutela, la divulgazione e la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio.
I siti che fanno parte dell’ecomuseo sono il Museo Terra del Castelmagno e i Babaciu nel Paese Senza Tempo a San Pietro di Monterosso, la ricostruzione ambientale Una casa per Narbona a Campomolino, il percorso della Curnis, i percorsi ciclo-didattici per famiglie e scuole Ape, Pera, Sete e Territorio, il mulino-segheria e il laboratorio didattico presso il Caseificio Cooperativo di Pradleves, la birreria Na bela Grana, la biblioteca e la Casa editrice La Cevitou.
CONTARDO FERRINI
Risale al settembre del 1920 il debutto ufficiale in pubblico del Circolo della Gioventù Cattolica Contardo Ferrini. Inserito quasi subito nelle gerarchie dell’Azione Cattolica, il circolo collaborò in ambito parrocchiale favorendo lo studio della religione, l’aggregazione sociale dei più giovani e si cimentò anche in iniziative più prettamente culturali come il teatro. Nacque in seno a quel circolo la Filodrammatica Contardo Ferrini che qualche decennio dopo divenne il Piccolo Teatro Caragliese. Nel 1970, a 50 anni dalla fondazione del primo circolo, l’allora parroco Don Luigi Panero decise l’abbattimento dei vecchi locali dell’oratorio e la costruzione della nuova casa delle opere parrocchiali con annesso il Teatro, che ben presto divenne anche Cinema.
L’Associazione Culturale Contardo Ferrini oggi esistente è nata nel 2009 per rilanciare e coordinare l’attività dell’omonimo cinema-teatro: il gruppo cura la programmazione cinematografica della sala e organizza altre iniziative culturali con l’obiettivo di valorizzare fino in fondo le potenzialità degli spazi a disposizione. L’Associazione ha poi allargato l’orizzonte e la sua offerta culturale spazia ormai anche al di fuori degli spazi della sala: dapprima attraverso la proposta di una programmazione itinerante all’aperto, SconfinaMenti, e nel triennio 2017-2019 ha portato a termine un ciclo progettuale caratterizzato dalla selezione di alcuni fotografi under 35 incaricati di realizzare lavori autoriali nel territorio alpino in area cuneese. Grazie allo strumento della open call diffusa a livello nazionale, in questi tre anni 14 fotografi hanno infatti potuto dare vita ad altrettanti progetti di significativo valore documentario nelle Valli Grana, Gesso e Varaita. Infine, negli stessi anni, l’Associazione si è occupata dell’organizzazione di un festival multidisciplinare SconfinaMenti, realizzato ad ottobre di ogni anno, che raccoglie inoltre l’esposizione delle opere conclusive del contest e la promozione del catalogo ad esso collegato.
AZIONI
TRE AMBITI AUTONOMI E INTERCONNESSI
A.FUOCO
Scuola di alta formazione fotografica di montagna
ICONALPE
Centro di documentazione per l’immaginario materiale e immateriale delle Alpi occidentali
IMMAGINALPI
L’identità e la storia delle Alpi attraverso le testimonianze visive di chi la montagna l’ha vissuta e la vive, per immaginare e progettare il futuro