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"DALL'ASPROMONTE ALLE ALPI" di GIOVANNI MARTINI

 

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“Carmela, di tanto in tanto, fantasticava e ripercorreva le tappe della sua vita , riviveva gli anni della sua infanzia e della sua giovinezza in Calabria, il giorno del suo incontro con Matè, del loro matrimonio improvvisato e l’emigrazione al Nord tra le montagne del Piemonte … “.

da "Dall’Aspromonte alle Alpi. Una moglie calabrotta, sulle nostre montagne – L’Epopea delle ragazze meridionali spose al Nord" di Giovanni Martini - edito da Primalpe, 2023

Un romanzo storico che svela il fenomeno delle 'Calabrotte'. Un percorso affascinante e spesso misconosciuto dell'integrazione di queste donne nelle comunità delle montagne e delle colline del sud Piemonte durante gli anni '60 e '70. Un viaggio avvincente attraverso le vite intrecciate di persone determinate a costruire un futuro nuovo distante dalla loro terra di origine.

 

"TERRE DEL VISO - LE SUE VALLI, LA SUA GENTE" di ENRICO CAMANNI e FULVIO BELTRANDO

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 "Le cose di Viso, le sue genti, le valli, gli ambienti e le storie hanno fisionomie velate, appartate e a volte inaccessibili. Per capire bisogna scendere in profondità e fermarsi quanto serve, non a Ferragosto o nelle altre feste di massa, che si ricaverebbe un’impressione concitata e falsa, ma nelle mezze stagioni, che in realtà sono le più intere."

da "Terre del Viso - Le sue Valli, la sua Gente" di Enrico Camanni e Fulvio Beltrando - edito da Fusta Editore, 2023

ENRICO CAMANNI

Nasce a Torino nel 1957, è approdato al giornalismo attraverso l’alpinismo. È stato caporedattore della Rivista della Montagna e direttore del mensile Alp e del semestrale internazionale L’Alpe. Ha scritto molti libri sulle terre alte (tra cui La nuova vita delle Alpi, Alpi ribelli, Storia delle Alpi) e nove romanzi: l’ultimo è Se non dovessi tornare (Mondadori). È vicepresidente di Dislivelli.

FULVIO BELTRANDO

È fortemente legato al territorio in cui vive, la Valle Po. La passione per la natura e la montagna lo hanno indirizzato verso la fotografia di paesaggio e naturalistica. Sue fotografie sono state pubblicate in importanti riviste di settore, tra le quali, Oasis, Meridiani Montagne, Wild Focus, Alpi Doc e Camminare, su diverse guide, quotidiani e sono state utilizzate per materiali promozionali.

 

“SUGGESTIONI IN ALTA VAL VARAITA” di ALFREDO PHILIP

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“Ma quale fu la scintilla che innescò nel mio cervello questa smodata passione per le fotografie? Probabilmente è più facile cercare la soluzione in un’immagine. Un quadro con fotografie scolorite dal sole, sovente di livello mediocre, erano considerate come dei santini. Quelle immagini sbiadite assumevano una valenza di collegamento tra le persone rimaste in paese e quelle che avevano dovuto fare scelte di vita più coraggiose.”

da "Suggestioni in Alta Val Varaita - 150 anni di immagini di una terra occitana" - edito da Fusta Editore, 2022

Un lavoro, iniziato nel 1976, che è il tentativo di raccontare la vita e le avventure della gente dell’Alta Val Varaita attraverso 150 immagini d’epoca. L’autore permette al lettore di “entrare” nella fotografia, andando ad analizzare più dettagli possibile e cercando nei cassetti della memoria aneddoti ed argute osservazioni. Leggendo questo libro si viene catapultati in un altro mondo, che è quello dove affondano le radici di Philip e che lui ha deciso di riscoprire, perché come scrive nella prefazione: “Se sas d’enté venes, sas enté vas” [Se sai da dove vieni, sai dove vai].

 

"I PASSI DELLA MEMORIA" di GIOVANNI MARTINI

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“Il mondo è veramente grande, non finisce alla Levata dove sono andato per un anno per fare la quinta elementare, poiché a San Pietro c’era solo la quarta. Non finisce neppure a Caraglio dove era andato una sola volta, per portare al mercato un carretto di castagne secche. Ma quante cose dovrò ancora scoprire?”

da "I passi della memoria" di Giovanni Martini - edito da Primalpe, 2021

Il romanzo, che unisce al racconto le immagini dei luoghi custoditi nel cuore, è dedicato alla gente della Alpi, a chi fu costretto ad abbandonarle. Il viaggio di Petu tra le Alpi, la Costa Azzurra, la Camargue e le Alpilles riflette il destino di molti giovani che sono emigrati portando con sé i ricordi più cari.

  

"IL ROMANZO DI NARBONA" di FLAVIO MENARDI NOGUERA

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Narbona; non aveva mai sentito questa parola. Castelmagno sì, in relazione ad un formaggio che si diceva fosse assai buono e ricercato dai buongustai ma che lei non aveva mai avuto occasione di assaggiare; Narbona no. Evidentemente faceva parte di quel comune il cui nome si associava alla sconosciuta leccornia ma anche, nella sua fantasia, a un castello antico e grande - “magno” appunto - collocata sopra una rocca difficilmente accessibile”.

da "Il romanzo di Narbona" di Flavio Menardi Noguera - edito da Nerosubianco, 2020

Il romanzo nasce da un lungo lavoro di ricerca storica sulla borgata di Narbona, insediamento tra i più audaci dell’intero arco alpino, esempio eccezionale di adattamento a condizioni di vita estreme. L’autore, con una scrittura calibrata e soffusa di contenuta malinconia, sviluppa il tema dell’abbandono degli antichi borghi riportando in vita luoghi, personaggi e vicende reali, con una piccola dose di fantasia comunque sempre ispirata alla realtà.

“ABEIO ABEIO” di DIEGO ANGHILANTE

Locandina presentazione Abeio Abeio


Il giovane Louren, stufo dell’università, lascia Torino per tornare al paese di montagna da dove provengono i suoi genitori. Vuole fare l’apicoltore, ma è totalmente privo di esperienza e come se non bastasse i pochi abitanti rimasti non fanno che mettergli i bastoni tra le ruote. L’epilogo sarà triste e tragico. In questo dramma Diego Anghilante si concentra sulla tematica del neo-ruralismo. Louren è quello che si dice un occitano di ritorno, uno dei tanti giovani che sempre più spesso scelgono la montagna per sottrarsi ad un futuro destinato al grigiore di una metropoli. Una scelta che però porta con sé anche molte difficoltà, spesso non descritte dai giornalisti che affrontano questi argomenti edulcorandoli all’inverosimile.

Anghilante opta dunque per una scelta controcorrente, per rappresentare “la dimensione universale della solitudine e dello scacco esistenziale, i meccanismi attraverso i quali la fertile mente di un giovane si smarrisce nei meandri oscuri della coscienza e il confine tra realtà diurna e vita onirica si fa incerto e labile”

Gli obiettivi principali del Centro di documentazione IconAlpe sono:

  • organizzare il materiale raccolto fino a oggi in maniera funzionale al fine di proporlo al maggior numero di persone interessate, attraverso strumenti online, mostre tematiche e una nuova gestione della sede; 
  • diventare un punto di riferimento per quanti vogliano approfondire il tema oggetto della documentazione, la montagna, e in particolare la Valle Grana, puntando sull’analisi, lo studio e il racconto della montagna e ottimizzando anche il materiale prodotto negli anni dalle realtà presenti sul territorio circostante; 
  • fare rete con enti e altri ecomusei delle valli vicine che possano arricchire la qualità e la quantità della documentazione utile ad approfondire il tema dell’immagine e dell’immaginario montano e a realizzare specifici eventi condivisi, organizzare delle call tematiche digitali o materiali di ricerca di materiale storico finalizzato soprattutto al coinvolgimento e alla fidelizzazione della popolazione locale; 
  • promuovere, insieme all’Associazione culturale Contardo Ferrini, una serie di attività attinenti al tema, e in particolare lo svolgimento della scuola di alta formazione fotografica di montagna a.Fuoco, la cui prima edizione si terrà quest’anno – presso la sede del Centro di documentazione – da domenica 29 agosto a domenica 5 settembre e una serie di incontri di approfondimento storico - antropologico aperti al pubblico, nel corso dei quali ricercatori e docenti dell’Università di Torino indagheranno temi e aspetti propri del territorio della Valle Grana. 
  • ospitare e valorizzare tesisti, ricercatori e dottorandi che stanno effettuando studi inerenti alle tematiche sopra esposte mettendo a disposizione il materiale, facendo da mediatori e facilitatori territoriali rispetto soprattutto al patrimonio culturale immateriale, mettendo a disposizione gli spazi e le attrezzature per facilitare il co working e lo smart working presso la sede ecomuseale permettendo un’immersione culturale territoriale anche fisica, organizzando mostre e momenti di scambio e di confronto, istituendo un premio annuale sulle tesi degne di lode realizzate sul territorio della valle grana.

In base a ciò, il Centro di documentazione IconAlpe punta a diventare un vero e proprio hub culturale, che attraverso la realizzazione delle attività su richiamate possa via via attrarre in valle un pubblico differenziato per età e interessi. Conoscere la storia è importante; raccogliere documenti, testimonianze fotografiche e orali è fondamentale per crescere come comunità. Per valorizzare il materiale già raccolto e quello che verrà prodotto in futuro è necessario lavorare per costruire una ‘nuova visione’ degli spazi e delle realtà che li vivono: grazie a una rinnovata sensibilità e uno sguardo ‘esterno’, il più possibile ‘oggettivo’, ‘nuovo’, il Centro di documentazione potrà così contribuire fattivamente a dar vita a una narrazione utile a comprendere il tempo presente di un luogo, della popolazione che lo abita e le tracce legate agli sviluppi economici che lo hanno contraddistinto.